Comas, lavorazione del legno a 360° dal 1976

Abbiamo intervistato Andrea Mantovani, uno dei soci della COMAS, importante ebanisteria di Bologna nota a livello nazionale e non solo, una delle eccellenze del nostro Paese.

Andrea, quando nasce COMAS?

La nostra azienda, fondata da mio papà, nasce nel 1976 e da allora ci occupiamo delle lavorazione del legno con standard qualitativi altissimi: non a caso siamo fornitori di importanti aziende leader del settore come Rimadesio, per cui produciamo porte scorrevoli, Garofoli che ci commissiona porte e pannelli scorrevoli; inoltre annoveriamo tra i nostri clienti enti pubblici ed importanti istituti bancari.

Quando nasce la sua passione per l’ebanisteria?

Nasce da quando sono bambino e vedevo mio padre lavorare con meticolosità e passione che senza esagerare definirei certosine.
Incantato dai capovalori che produceva ho capito sin da allora che questo sarebbe stato il mio mestiere; mestiere a cui dedichiamo moltissime ore del giorno con grande soddisfazione per i risultati raggiunti.

Cosa producete?

Il nostro core business consiste in un’amplissima gamma di proposte nella lavorazione del legno, settore in cui operiamo a 360°; in particolare tra esse si contraddistinguono i grigliati in legno ed i complementi d’arredo come porte e pannelli scorrevoli.

Quindi le porte scorrevoli e i grigliati in legno sono un po’ il fiore all’occhiello di COMAS?

Dalle porte scorrevoli ai tavoli, dalle librerie alle boiseries, dai corrimano alle porte curve, ogni lavorazione richiede uno specifico know how ed i risultati conseguiti sotto ogni punto di vista, estetico e funzionale, sono per noi motivi di orgoglio. Vorrei sottolineare che tutte le nostre produzioni sono artigianali, su misura e realizzate con legni pregiati come il ciliegio, rovere, olmo, noce nazionale, etc.

C’è un lavoro al quale è particolarmente affezionato?

Potrei citare il corrimano musicale in doussié naturale, denominato “Chiave di Sol”, che è particolarmente armonioso e fantosioso: esso riproduce una chiave ‘sol’, di  ‘do’ e un’arpa classica. Un corrimano che ha richiesto particolare dedizione in tutte le fasi di lavorazione, dalla realizzazione di ogni singola parte alle operazioni di rastremazione, ossia di raccordo tra le varie componenti. Non è che un esempio delle nostre potenzialità in termini di personalizzazione dell’arredamento di un ambiente che in questo modo viene reso irripetibile.

Ma potrei anche fare riferimento all’arredamento curato per l’osteria Dell’Orsa, storico punto di ritrovo degli studenti universiari felsinei; o ancora l’arredo di un istituto bancario ligure interamente realizzato in pero, un legno particolarmente pregiato che si fa apprezzare per la sua pesantezza e resistenza ai tarli.

Quali sono le doti maggiormente richieste per il mestiere di ebanista?

Sicuramente la precisione e lo spirito di sacrificio, anche se, ripeto, la passione è tale che ogni fatica è annullata dalla qualità che riusciamo a raggiungere in ogni lavoro che ci ripaga di ongi sforzo!

Ovviamente c’è da tener presente che se COMAS è una delle pochissime aziende italiane in gradi di offrire tutti questi prodotti è perché abbiamo investito in modo consistente sulla tecnologia.

Ma di base le nostre risposte al mercato sono fortunatamente di grande soddisfazione per noi oltre che per il cliente per una ragione molto semplice: abbiamo sempre venduto onestamente il nostro mestiere.

Andrea, una domanda sul panorama imprenditoriale italiano: la crisi la viviamo drammaticamente sulla nostra pelle e non ostante la rassicurazione dei nostri politici assistiamo ad un peggioramento dei più significativi parametri economici,  a partire dai dati relativi all’occupazione e dal crescente numero di aziende che chiudono. Qual è il suo pensiero al riguardo?

La rabbia dell’imprenditoria privata sana del nostro Paese è dovuta al fatto che vorremmo misurarci con i nostri competitors degli altri Paese sulla qualità;  le nostre imprese manifatturiere non hanno nulla da invidiare a nessuno, anzi, siamo una spanna sopra, è un dato di fatto. Il problema, come tutti sappiamo, è che siamo schiacciati da un regime fiscale e da un costo del lavoro sempre più penalizzanti ed assurdi: non a caso spesso le alternative sono o chiudere o lasciare l’Italia per altri Paesi del est europeo.

Noi fortunatamente, nonostante tutto, pur avendo risentito ovviamente della crisi, siamo riusciti, come suol dirsi, a tenere botta; ma avremmo potuto fare molto di più, anche in termini occupazionali, se la nostra classe dirigente avesse avuto il coraggio di attuare politiche più coraggiose ed intelligenti; il che implica una riduzione della spesa pubblica non lineare, non a nocumento, per capirci, dei ceti più deboli, ma che colpisca settori improduttivi della Pubblica Amministrazione, ad esempio.
Mi rendo conto che non è facile, data l’ingerenza dei poteri forti e lobbies: parliamo di poltrone e potere…
Il discorso è complesso. Mi fermo qui.

Un consiglio per i nostri giovani che guardano, peraltro con speranza descrescente, al futuro ed al mondo del lavoro.

Non è semplice. Consiglio a tutti di non rinunciare mai ai propri sogni e alle ambizioni. Bisogna perseguire con tenacia gli obiettivi e tener duro. Lo dico perché se non avessi affrontato la mia vita, lavorativa e non,  con questo spirito ed atteggiamento non sarei arrivato dove sono.
Ripeto, non bastano, ma la pervicacia e un pizzico d’ottimismo sono fondamentali per andare avanti.
Sicuramente non posso che augurare un sentito in bocca al lupo alle nuove generazioni.