È stato portato al centro per malati di Ebola allestito da Emergency in Sierra Leone tre settimane fa, da un’ambulanza su cui viaggiava insieme alla madre, arrivata già morta ai cancelli del presidio sanitario. Il padre era morto qualche giorno prima.
“Stava malissimo – raccontano i volontari di Emergency – aveva vomito, diarrea, febbre alta. L’unico modo per somministrargli dei liquidi era per via endovenosa. A poco a poco, ha iniziato a bere da una siringa e a riprendersi. Una settimana dopo lo abbiamo trasferito nella tenda per i pazienti convalescenti: era molto arrabbiato, se ne stava in disparte e rifiutava il cibo. Dopo qualche giorno ha incominciato ad accettare un po’ di pane, e poi le pappe, il pesce fritto. Con fatica ha ricominciato a camminare e finalmente è stato dimesso: quando i suoi zii sono venuti a prenderlo al Centro, tutto il nostro staff era con lui ai cancelli per salutarlo”.
