Distruzione armi chimiche siriane nel Mediterraneo

La nave “Cape Ray” statunitense distruggerà le sostanze pericolose delle armi chimiche siriane in acque internazionali, nel Mediterraneo, ma il luogo è segreto. Il portavoce dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche Michael Luhan ha garantito che neanche una goccia di queste sostanze contaminerà le acque.

Il trasferimento di dette sostanze che avrebbe dovuto aver luogo entro il 27 aprile avverrà nelle prossime ore: oltre 550 tonnellate di elementi di “priorità uno”, 21 tonnellate di gas mostarda prive di innesco e quindi rese inerti.

Il grosso del carico dovrebbero essere i precursori, ossia i componenti separati, del gas nervino sarin, che nel linguaggio militare vengono indicati con l’acronimo Df. Nello scalo calabrese passeranno sulla Cape Ray che arriverà dal porto spagnolo di Rota. La Ark e la Cape Ray, hanno anticipato i sindacati dei lavoratori portuali di Gioia Tauro, ormeggeranno ai moli. I piani prevedono che il trasbordo dei fusti speciali, forniti dagli Stati Uniti e dotati di Gps, durerà 48 ore. A trasferimento completato la nave statunitense si sposterà in acque internazionali, ma sempre nel Mediterraneo, per dissolvere l’arsenale chimico siriano con un processo di idrolisi che durerà due o tre mesi.

La distruzione in mare di sostanze pericolose è del tutto inedita: In passato è sempre stata fatta a terra, sia in Russia chenegli Stati Uniti. A Portsmouth, in Virginia, la Cape Ray, un bestione da 35 mila tonnellate, è stata dotata, di un inclinometro che misura il movimento delle onde. Se arriva al grado numero 5, l’idrolisi sarà fermata.

Le due macchine che assicurano il processo, le Field Deployable Hydrolysis Systems (Sistemi mobili per l’idrolisi) costate ognuna 5 milioni di dollari, sono collocate sotto tende a pressurizzazione negativa che impediscono a qualsiasi sostanza di uscire all’esterno.

Lotti di quattrocentottanta litri di gas mostarda o di precursori del Sarin saranno diluiti ogni volta in 6400 litri di acqua a 95 gradi di temperatura e ulteriormente trattati con soda caustica. Luhan e il contrammiraglio statunitense Bob Burke hanno assicurato che “una fuga di sostanze chimiche ha la stessa probabilità di un’evasione da un carcere di massima sicurezza”.

Molti scienziati addetti all’operazione indosseranno, ad ogni buon conto, “tute biologiche a protezione completa”. La Cape Ray è munita di un’attrezzatura d’emergenza per la decontaminazione. I residui del processo saranno consegnati, per essere inceneriti, a Port Ellesmere, in Gran Bretagna, a Brema, in Germania, e a Kotka, in Finlandia. Cinquecento tonnellate di sostanze di “priorità due”, le meno tossiche, saranno trasportate dal cargo norvegese Taiko in Finlandia, e a Port Arthur, in Texas, dove saranno a loro volta bruciate.