Sequestrate 7 leonesse e 2 tigri al Circo Monti Orfei

Accertare l’esatta provenienza e lo stato di salute dei grandi felini, in gran parte cuccioli, sequestrati dal Corpo Forestale, a Martina Franca (Taranto), al circo Monti Marina Orfei (ex circo di Praga), dove erano detenuti senza autorizzazioni: è l’appello della Lega Anti Vivisezione, che esprime apprezzamento per la brillante operazione della Forestale che ha portato al sequestro di 5 leonesse di appena 5 mesi, 2 tigri di 7 mesi nonché 2 leonesse adulte, per violazione delle normative sulla detenzione di animali pericolosi. Con questa accusa è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria competente il domatore del circo che sarebbe anche il proprietario. Ora spetta alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto pronunciarsi sulla collocazione degli animali.
“Viene lecito chiedersi da dove arrivino questi leoni e queste tigri, in particolare queste ultime che necessitano di particolari certificazioni in quanto animali in via di estinzione e quindi particolarmente protetti”, domanda la Lav. Considerati pericolosi per l’incolumità pubblica, la detenzione di questi grandi felini per eventuali attività circensi è subordinata al possesso di una specifica autorizzazione del Prefetto, rilasciata sulla base delle linee guida approvate dalla Commissione Scientifica CITES anche al fine di garantire il benessere degli animali.
“La direzione del circo – proseguono dalla Lav – che attualmente si autodefinisce circo Monti Marina Orfei, ex circo di Praga, si sarebbe affrettata ad esternare la propria estraneità in merito alla liceità del caso in quanto i grandi felini in questione non sarebbero di proprietà del circo bensì della famiglia Vassallo, che gestisce il circo Coliseum Roma. In sostanza, quello che viene definito comunemente ‘numero di gabbia’ non era scritturato dal circo di Monti Orfei, ma non si sa per quale motivo facesse parte dello spettacolo. A quanto pare la famiglia Vassallo aveva chiesto alla Prefettura di Bari l’autorizzazione per i nuovi grandi felini, con documentazione da integrare a cura della Prefettura di Siracusa, ed a questo punto, come spesso accade quando l’argomento riguarda la presenza degli animali nei circhi, si entra nel caos più assoluto”.
“Una sorta di gioco delle tre carte che sembra un tentativo di eludere le norme – afferma Nadia Masutti, responsabile LAV settore Circhi, Zoo ed Esotici – La Lav chiede quando finalmente i Ministeri competenti porranno fine a queste farse, garantendo l’effettiva tutela degli animali che dai circhi continuano ad essere trattati come pacchi postali e come soubrette da portare in palcoscenico, senza adeguato rispetto”. “In questo caso, non infrequente, chi deve chiedere l’autorizzazione alla detenzione di animali pericolosi? Chi ne ha la proprietà? Chi li detiene, ancorché senza ufficializzazione, e tranquillamente li esibisce? Entrambe le strutture? – chiede Nadia Masutti – Ma soprattutto, può un circo che non ha ancora l’autorizzazione prefettizia a detenere animali pericolosi cedere gli stessi ad un altro circo? In questo caos inestricabile, in cui anche le stesse autorità pubbliche faticano a destreggiarsi, i circhi spesso la fanno da padrone, come in questo caso, che ci si augura non finisca con il lasciare gli animali sequestrati dove sono finché, magicamente, le autorizzazioni arrivano. Attualmente in Italia troppo viene concesso ai circhi in tema di detenzione di animali, scarsi sono i controlli che vengono effettuati con la dovuta e prescritta attenzione, soprattutto perché la natura erratica di queste strutture: i loro continui spostamenti da un luogo all’altro, fanno sì che i controllori preposti non siano motivati ad approfondire le carenze che vengono via via riscontrate. Nelle more dell’applicazione di una normativa che finalmente proibisca l’utilizzo degli animali nei circhi, si auspica che i controlli di rito vengono effettuati così come delineati nei criteri emanati dalla Commissione Scientifica Cites e che venga istituito un registro, da detenere presso ciascuna struttura circense, in cui annotare le carenze riscontrate nei vari attendamenti. Questo potrebbe permettere di evitare il reiterarsi di situazioni illegali sia dal punto di vista amministrativo che in tema di maltrattamento animale” conclude Nadia Masutti.