Tirrenica. Il Ministero assicura: gli accessi alla Farnesiana e Pantano di sopra resteranno aperti

TARQUINIA – Giornata importante quella del 22 ottobre scorso per gli esponenti del Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia, che unitamente al Presidente Onorario di Italia Nostra Onlus Dr. Nicola Caracciolo, si sono recati presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Direzione Generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali – e sono stati ricevuti dal Direttore Generale Mauro Coletta.
L’incontro era stato richiesto per ottenere l’accesso agli atti relativi ai decreti di approvazione dei progetti approvati dal Ministero il 13 Agosto 2015 e il 22 Settembre rispettivamente per il tratto a sud del fiume Mignone fino all’innesto con la bretella per Civitavecchia e quello ormai diventato una spina nel fianco di SAT, a nord, che prevede un nuovo ponte che costituirà l’alternativa a quello presente sulla ex S.S. Aurelia, ormai inglobato nel tracciato autostradale della Tirrenica e sottratto alla libera e gratuita circolazione di tutti i cittadini.
“E’ stata contestualmente presentata – riferiscono gli esponenti del Comitato – una richiesta scritta per ottenere copia cartacea/informatizzata delle relazioni tecniche e delle planimetrie del tratto contenente il ponte, per verificare se nel frattempo siano state recepite le osservazioni dei residenti che lamentavano la larghezza del ponte a soli 5 metri contro i 7 metri richiesti per consentire il passaggio nelle due corsie anche dei mezzi agricoli e mezzi pesanti; le copie saranno inviate al più presto dal ministero. Le planimetrie appena disponibili saranno immediatamente messe a disposizione di tutti gli interessati visto che ad oggi nessuna istituzione locale ha ancora avvertito il bisogno di chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini, su un problema così rilevante come quello della mobilità residua, dopo che il tratto autostradale Civitavecchia – Tarquinia entrerà in esercizio, presumibilmente nei primi mesi del 2016. La copia dei decreti di approvazione dei suddetti progetti sarà invece oggetto di approfondimento per verificare eventuali prescrizioni che possano esservi contenute e che possano contribuire a rendere ancora più difficoltosa l’attuale viabilità”.
Nel corso dell’incontro è stata rinnovata al Direttore Coletta la viva preoccupazione dei residenti circa il mantenimento dell’accesso in uscita dalle località Farnesiana–Pantano che attualmente permette di evitare un lunghissimo tratto sulla malmessa strada litoranea per chi volesse raggiungere Tarquinia.
“Sul mantenimento degli attuali accessi – proseguono dal Comitato – sono state richieste precise conferme scritte, che del resto erano state già verbalmente promesse nel corso dei precedenti incontri al Ministero, anche in presenza di SAT che non aveva eccepito nulla sul mantenimento dell’apertura del varco fino alla costruzione del nuovo ponte sul fiume Mignone. Di tutte queste richieste è stato redatto un dettagliato verbale (allegato in foto) su cui la Direzione del Ministero si è impegnata a fornire il prima possibile precise risposte scritte. Il Comitato ha infine sottolineato una serie di criticità a carico della viabilità alternativa all’autostrada che si trova in condizioni di degrado, la SP 97, le strade di collegamento con la litoranea, che ora non in grado di assicurare la sicurezza stradale per gli utenti, visto che saranno costretti ad utilizzarla come unica strada di collegamento con Tarquinia e Civitavecchia, Montalto. Ricordiamo infatti che Montalto non ha complanari di collegamento con Tarquinia e che le strade rurali non possono essere adibite a strade percorribili da tir, mezzi agricoli e autoveicoli, senza creare pericolo per la circolazione”.
“A quasi due anni dal presidio sulla SS Aurelia – concludono – iniziato e portato avanti con fatica e con decisione per rivendicare il diritto alla mobilità dei residenti, i cittadini possono cominciare a credere di non aver agito invano, convinti oggi come allora che quando ci si muove per un diritto di tanti, anche i muri più alti possono crollare”.