Fermiamoli tutti!

In occasione del 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani, Amnesty International ha pubblicato una cronologia dei più importanti avvenimenti del 2012.
La cronologia passa in rassegna le crisi del Medio Oriente, l’arresto e la condanna delle Pussy Riot in Russia, le esecuzioni di condanne a morte in diversi paesi tra cui gli Usa e il Giappone e gli sgomberi forzati in ogni parte del mondo.
“Contro ogni difficolta nel 2012 abbiamo visto milioni di persone ottenere risultati straordinari mentre i governi si sono limitati troppo spesso a guardare le terribili violazioni dei diritti umani, dalla Siria alla Repubblica Democratica del Congo” ha dichiarato Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International.
“Crimini come la tortura, le sparizioni forzate e la violenza contro le donne sono pratiche comuni in varie parti del mondo, nonostante segnali di piccoli progressi. Nel 2013 vogliamo maggiore azione e impegno per far sì che a ogni persona siano assicurate dignità e giustizia” ha concluso Shetty.
Anche quest’anno, in occasione del 10 dicembre, Amnesty International svolge una maratona mondiale di firme online.
Fino al 16 dicembre, sul sito www.firmiamolitutti.it sarà possibile firmare gli appelli della maratona online “Write for Rights”, per chiedere la scarcerazione dei prigionieri di coscienza Ales Bialatski in Bielorussia e Gao Zhisheng in Cina e per sostenere la richiesta di giustizia di Rosa Franco, la cui figlia è stata assassinata in Guatemala oltre 10 anni fa, di Azza Hilal Ahmad Suleiman, selvaggiamente picchiata al Cairo, Egitto, alla fine del 2011, e degli abitanti di Bodo, in Nigeria, costretti a vivere in un ambiente inquinato dalle attivita’ petrolifere della Shell.
La maratona “Write for Rights” ha già raccolto in Italia oltre 40.000 firme.
Nel giorno in cui i leader delle tre istituzioni dell’Unione europea hanno ricevuto il premio Nobel per la pace, Amnesty International ha riconosciuto il contributo dato alla pace, negli ultimi 55 anni, da questo organismo ma ha rilevato come i successi del passato siano sotto crescente minaccia.
“L’atto di genio di trasformare le spade in aratri è stato alla base del più duraturo progetto di pace in Europa, un progetto fondato intorno al rispetto dei diritti umani e del primato della legge” ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee.
“I leader dell’Unione europea non devono però limitarsi a gloriarsi del passato. La xenofobia e l’intolleranza sono in crescita in tutt’Europa e sempre più leader politici stanno promuovendo, ottenendo sempre maggiore consenso, messaggi ostili ai musulmani, ai rom, ai migranti e alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate. L’Europa corre il rischio di dimenticare alcune lezioni apprese a duro prezzo dal suo passato, sull’importanza di non mettere da parte i diritti umani e il primato della legge, che proteggono le persone dalla persecuzione” ha sottolineato Beger.
Per tutelare i successi che il Nobel per la pace ha riconosciuto, Amnesty International ha chiesto all’Unione europea che la difesa dei diritti umani all’interno dei suoi confini sia un elemento centrale della sua azione, in grado di contrastare la diffusa discriminazione per motivi di etnia, religione, orientamento sessuale e identità di genere, la mancata tutela dei diritti dei migranti e dei rifugiati e l’altrettanto grave discriminazione nei confronti dei rom.