Baffo, CNA: “Lo sconto in fattura per i lavori di efficientamento energetico penalizza le piccole imprese. L’articolo 10 del Decreto crescita va cancellato”

CNA chiederà il sostegno dei parlamentari del territorio

La possibilità, per il cliente, di scontare direttamente in fattura l’importo della detrazione fiscale sui lavori di efficientamento energetico e di prevenzione del rischio sismico, prevista dal Decreto crescita, rappresenta un boomerang per le imprese e rischia di bloccare la riqualificazione degli edifici. Lo sconto in fattura penalizza gli artigiani e le piccole imprese, che non dispongono delle risorse finanziarie né della capienza fiscale necessarie a dilazionare nel tempo il recupero di una parte rilevante del pagamento. L’articolo 10, che introduce questa opzione, deve essere cancellato”. La posizione di CNA nazionale è pienamente condivisa dalle imprese di CNA Installazione e Impianti di Viterbo e Civitavecchia.

Spiega il presidente territoriale della categoria, Luigi Baffo, imprenditore: “In pratica, il soggetto che ha diritto alle detrazioni può optare, anziché per il loro utilizzo diretto, per un contributo anticipato di pari importo sotto forma di sconto su quanto dovuto all’impresa che effettua l’intervento di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche. Lo sconto viene poi rimborsato a quest’ultima come credito di imposta da usare in compensazione in cinque quote annuali. Il Decreto crescita scarica così direttamente sull’impresa gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento”.

L’impresa, in genere di piccole dimensioni e spesso in sofferenza dal punto di vista creditizio, sarebbe dunque costretta a fare da banca al cliente. E dovrebbe farlo anche in una condizione di mercato drogato, perché non sono certo le piccole e medie imprese artigiane del settore a vantare, nei confronti del fisco, crediti di imposta così ingenti da consentire la compensazione. Se poi – prosegue Baffo – non vantasse alcun credito di imposta, l’azienda sarebbe, suo malgrado, praticamente fuori mercato, perché non avrebbe le condizioni tecniche per praticare lo sconto al cliente, che si rivolgerebbe senz’altro ad un’altra impresa”.

E’ chiaro che il provvedimento non può non avere l’unico effetto di concentrare il mercato nelle mani di poche imprese dotate finanziariamente, alle quali verrebbe offerto un vantaggio competitivo esclusivo e ingiustificato, ma che poi dovrebbero subappaltare i lavori agli artigiani e alle piccole imprese, con condizioni estremamente penalizzanti per questi ultimi. Bisogna evitare nuove situazioni di monopolio. Per questa ragione, ci rivolgeremo anche ai parlamentari del nostro territorio, affinché sostengano la nostra richiesta di cancellazione dell’articolo 10”, conclude il presidente di CNA Installazione e Impianti.