Katia Ricciarelli conclude il “Viaggio nell’operetta” al Teatro Boni

ACQUAPENDENTE – Un altro ricco weekend di spettacoli al Teatro Boni di Acquapendente, nell’ambito della stagione diretta da Sandro Nardi. Sabato 11 marzo (ore 21), quarto e ultimo appuntamento con Katia Ricciarelli in “Viaggio nell’Operetta” di Gianni Gori e Alessandro Gilleri per la regia di Sandro Corelli, un affascinante percorso scenico nel tempo, dalla fine dell’Ottocento agli anni ’30 del Novecento, cinquant’anni lungo le fortune e i luoghi storici della cosiddetta “piccola lirica”. Il soprano sarà sul palco con Andrea Binetti, Marzia Postogna, Nicola Malagnini, Antonella Profera ed Enrica Musto e la Nuova Compagnia Sandro Massimini di Trieste. Dopo Vienna, Budapest e Parigi-Londra, il percorso conclusivo è dedicato ai brani più gradevoli e significativi dell’operetta italiana, dal “Paese dei campanelli” a “Scugnizza”, dall’”Acqua cheta” alla “Duchessa del Bal Tabarin”. Lo spettacolo ripercorre quella fuga dalla realtà che, fra le due guerre, gli italiani hanno cercato nel teatro della leggerezza: un teatro che attingeva alle malizie del caffè-concerto (di cui Roma era ricca), della piccola ribalta, di tutto quel mondo di dive e divette che fioriva con il repertorio leggero della canzone. Una rievocazione di memorie e di belle musiche, di un genere teatrale tramontato con la seconda guerra mondiale, ma miracolosamente rigenerato dalla rivista e soprattutto dalla “commedia musicale”, quella uscita dal laboratorio della premiata ditta Garinei & Giovannini con la musica di Modugno, Kramer, Trovajoli. E con Roma ancora magicamente sullo sfondo.
Infine, domenica 12 marzo (ore 17.30), sarà in scena “Mia dolcissima Clara. L’ultima notte di Robert Schumann”, un notturno fantastico per trio in atto unico scritto, interpretato e diretto da Giacomo Zito, liberamente tratto dal libro “Il richiamo dell’angelo” di Alessandro Zignani. Sul palco Chiara Di Stefano, Giordano Bonini e Giacomo Zito, con musiche di Robert Schumann a cura di Maurizio D’Alessandro. La morte di Schumann, uno dei più grandi compositori del Romanticismo, rimane avvolta nel mistero. Clara Wieck, sua moglie e celebre pianista, amorevolmente dedita al marito, mette in luce una sorprendente freddezza: non va mai a trovarlo dopo il ricovero in una clinica psichiatrica di Bonn e gli impedisce di vedere i figli. Il 28 luglio 1856 il dottor Franz Richarz, primario della clinica, spedisce a Clara un telegramma per avvisarla dell’imminente decesso di Schumann . Clara, che entra subito in conflitto con il medico accusandolo di aver sperimentato terapie discutibili e pericolose, si reca al capezzale del marito. Il medico ne deduce che Clara non è stata spinta a far visita al marito moribondo solo per l’estremo saluto. Infatti, decisa ad assumersi il ruolo di unica vestale dell’opera del genio, vuole cancellare qualsiasi memoria della sua follia e distruggere tutto ciò che Robert ha composto durante l’internamento,perché a suo dire guastato irrimediabilmente dalla demenza.
Per informazioni e biglietti: www.teatroboni.it – 334.1615504 – 0763.733174