L’emozionante testimonianza del sacerdote anticamorra ai ragazzi del Marconi

CIVITAVECCHIA – “Ragazzi, svegliatevi!” Questo è il messaggio che veementemente ha più volte ripetuto, rivolto ai numerosi giovani presenti, Don Luigi Merola, intervenuto nella Casa Circondariale di Aurelia, alla presenza della Dott.ssa Silvana Sergi, direttore del Carcere, che tanto si adopera per la rieducazione e per la riabilitazione dei detenuti, e delle numerose autorità intervenute alla presentazione del libro di Antonio Del Monaco “ Il colore dell’inferno” il 29 gennaio 2013.
“Non c’è bisogno di nuove carceri – ha esordito Don Merola – c’è bisogno di rieducazione, di buoni esempi! Non c’è bisogno di repressioni nel mondo della scuola, come il 5 in condotta. I giovani devono stare a scuola, che è il luogo dello studio , un ragazzo senza studio è come un uccello senza ali ( bellissimo riferimento a Don Milani)! I giovani hanno bisogno di speranze , di lavoro, di scuola, di oratorio, di chiese aperte senza limiti di orario, di politica e Istituzioni pulite, presenti nei territori, che tornino ad investire nella scuola e nella famiglia, , in poche parole hanno bisogno di essere considerati , compresi, di essere al centro del mondo …di essere amati!”.
Questi semplici, ma ricchi di significato, messaggi sono quelli che Don Merola ha saputo sottolineare parlando ai numerosi giovani dell’Istituto “Marconi”, accompagnati dal Dirigente Scolastico Prof. Nicola Guzzone, presenti nel Carcere di Aurelia per assistere ad una lezione magistrale di “Cittadinanza e Costituzione”, riguardante la legalità.
Don Luigi Merola è stato parroco nel quartiere di Forcella di Napoli fino al 2007, quando è stato allontanato e messo “sotto scorta”, perché minacciato di morte dalla camorra; attualmente è Presidente della Fondazione onlus “A voce d’e’ creature”, dove con tanto amore e tanta fede nei giovani e con l’aiuto di tanti suoi estimatori e , soprattutto, della Provvidenza (come lui stesso ama ribadire), riesce a promuovere numerose attività (calcio, teatro, coro, ecc.) per il recupero di quei ragazzi che vivono nelle zone più a rischio di Napoli e che, altrimenti, sarebbero preda della camorra.
Il Colonnello Antonio del Monaco ha poi presentato il suo “Il colore dell’inferno”: gli scritti che compongono il libro sono uniti da una sorta di filo rosso che lega le varie storie tra loro, dove la Camorra è intesa “come patologia”. La commozione e l’immediatezza nel raccontare storie vissute hanno suscitato interesse e partecipazione nei giovani. Bello e intenso l’intervento di un giovane detenuto di colore che ha raccomandato ai giovani di seguire sempre la strada della legalità.
L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata alle domande, alle quali il sacerdote ha risposto con chiarezza e simpatia congratulandosi con i giovani per la sensibilità e la partecipazione che hanno dimostrato durante tutta la manifestazione.