“La zecca”. Che fine fanno gli alimenti invenduti?

CIVITAVECCHIA – Nuovo appuntamento con “La Zecca”, la rubrica di articoli realizzati dagli alunni della III^ S della scuola media “Don Milani” di Cerveteri che proseguono nel loro approfondimento del mondo rurale. Dopo uno studio storico e ambientale sulle caratteristiche del bosco di Valcanneto, e un approfondimento sulla coltivazione biodinamica, stavolta i ragazzi hanno cercato di vederci più chiaro sul destino degli scarti alimentari.

Ma qual è il destino degli alimenti che non vengono venduti nei supermercati, nelle frutterie o in altri negozi? Quanto volte ci capita di vedere residui o scarti alimentari in grande abbondanza nei grandi magazzini? Che fine fa tutta questa roba? Abbiamo provato ad ottenere qualche risposta incontrando un contadino che abita vicino al nostro paese di Valcanneto e chiedendogli qualche consiglio. E in effetti le sue risposte sono state molto istruttive.

Sig. Alberto, si possono riutilizzare gli alimenti che non vengono venduti?

Purtroppo non possono essere riutilizzati, perché la normativa non lo consente. E’ proibito perfino regalare il cibo avanzato ad enti di beneficenza, perché la frutta e la verdura invenduti diventano ‘rifiuto’ e, per legge, non si possono distribuire per la consumazione.”

Dove finiscono, quindi, gli alimenti non venduti?

“Le grandi catene di distribuzione gettano questi generi alimentari tra i rifiuti, quindi finiscono in discarica. Qui andrebbero trattati e trasformati in ‘composti’, ma non sempre sono smaltiti in modo corretto”.

Ogni giorno tanti generi alimentari rimangono sui banchi del mercato: non sarebbe più giusto rintrodurli nel circuito?

“C’è purtroppo il rischio reale che, intorno a questi elementi, nasca un mercato illegale di rivendita di frutta e verdura a prezzi molto bassi. Ciò danneggia moltissimo l’economia degli agricoltori onesti che non riescono a competere con la concorrenza sleale e sono costretti a ‘svendere sottocosto’ i loro prodotti fino a chiudere le attività”.