La Costituzione italiana incanta gli studenti di Ladispoli

LADISPOLI – Anche a Ladispoli la Costituzione italiana incanta le scolaresche. E’ successo di recente grazie alla divulgazione dell’ex Ministro della Salute Livia Turco, oggi presidente della Fondazione Nilde Iotti.

“Un bel segnale che ci rallegra – commentano dalla Sezione ANPI Ladispoli Cerveteri – poiché l’ANPI (sezione locale e provinciale) ha chiesto alla Regione Lazio di rieditare un testo della Costituzione elaborato appositamente per i ragazzi e distribuito anni fa nelle scuole dell’obbligo. Una ‘guida pratica’ per i cittadini in erba, per imparare a conoscere i principi fondamentali della nostra Repubblica nata dalla Lotta di Liberazione dal nazifascismo. ‘Una guida, nata nel 1948, che contiene le regole più importanti sulle quali si regge e funziona il nostro Paese. Un insieme di diritti e di doveri che ogni individuo che vive in Italia deve conoscere e rispettare’. E soprattutto la Magna Carta tricolore non può essere un giocattolo mediatico ad uso strumentale per la riabilitazione di chi, storicamente parlando, stava dalla parte della dittatura fascista, delle leggi razziali del 1938, che visse e fece politica nell’Italia democratica grazie all’amnistia, come Giorgio Almirante tra gli altri, senza però una parola di pentimento del proprio passato. Un passato che la storia e la giustizia umana hanno condannato. Né vale in termini mediatici di riabilitazione il gioco del bilancino a chi commise più atrocità per scaricare ciò che la guerra dichiarata dal Duce produsse come distruzione, lutti e macerie in Italia. E non solleva certo dalle responsabilità morali sulla Shoà il presunto salvataggio di una persona ebrea, amica. Come in tutti i conflitti le donne pagano il prezzo più alto, ma sanno anche impegnarsi a ricostruire e a lasciare un segno indelebile”.

Questa è la testimonianza di un genitore: “Venerdì 15 marzo presso la Corrado Melone e la Ladispoli 1, l’onorevole Livia Turco presidente della Fondazione Nilde Iotti, ha raccontato ai ragazzi intervenuti il contributo di 21 donne alla stesura della Costituzione Repubblicana. Si trattava di 21 donne (un’esigua minoranza rispetto ad una maggioranza maschile strabordante) che pur appartenendo a schieramenti politici diversi e diffidenti tra di loro, seppero collaborare su temi fondamentali come l’uguaglianza, la famiglia, il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, la parità salariale e l’accesso delle donne alle professioni. Vennero definite ‘ribelli per amore’ perché nonostante avessero intrapreso tutte giovanissime (anche a 16enni come la democristiana Tina Anselmi che decide di reagire dopo aver visto 43 ragazzi trucidati e impiccati sul viale che portava alla sua scuola) la lotta partigiana per liberare l’Italia dalla dittatura imposta dal fascismo e dall’occupazione nazista. L’Italia di allora era molto diversa da quella che conosciamo oggi. Povera e analfabeta, in cui la donna svolgeva un ruolo subalterno perché quella era la cultura di allora. E così come la partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale legittimò i discendenti degli schiavi africani a chiedere pari diritti ai bianchi negli USA, così anche il sacrificio di molte donne italiane consentì loro di fissare nella Costituzione i principi accennati prima. Principi che oggi appaiono scontati. E che ancora devono trovare piena applicazione. Sentivano forte che non ci poteva essere benessere senza diritti, senza pari dignità di partecipazione alla vita economica, politica e sociale delle donne. Avevano contro però i ‘maschi’ di tutti i partiti: la parte conservatrice pensava che non sarebbero andate a votare, la parte progressista perché le immaginava troppo impregnate di valori cattolici e quindi il loro voto sarebbe andato agli avversari. Al referendum sulla Repubblica o Monarchia si recò al voto il 93% delle aventi diritto. Con la Costituzione repubblicana tanti diritti vennero imposti per la prima volta rendendo la nostra Carta Fondamentale la più moderna e progressista tra quelle esistenti. Livia Turco, rispondendo ad una domanda sulle recenti motivazioni di sentenze nei confronti di chi ha commesso femminicidio, ha invitato le ragazze e i ragazzi presenti a non cedere alla violenza e in particolare ha esortato le ragazze a non confondere lo schiaffo del fidanzato con l’amore e i ragazzi a dire loro ‘no”’per primi, ad essere loro in prima fila. In merito alle domande sulle polemiche tra partiti ha ricordato che le divisioni non devono esserci sui principi comuni e che quando ci fu da nominare una relatrice per la legge sulle pari opportunità tutte le parlamentari che avevano partecipato ai lavori furono concordi nel nominare una giovane deputata appena eletta nelle fila del MSI: Alessandra Mussolini. Si è parlato anche di Europa: queste donne sognavano un’Europa dei popoli e ancora una volta avevano ragione perché i nazionalismi hanno sempre portato a guerre e povertà e perché non si può competere economicamente divisi con potenze mondiali come gli Usa e la Cina”.