Il chirurgo plastico Iovane e l’orafo Mancini: “Il lavoro di entrambi è artigianato puro”

CIVITAVECCHIA – Cosa unisce la chirurgia plastica e l’arte orafa? “La nostra è un’arte che si avvicina alla scultura e poco ha risentito delle innovazioni tecnologiche in medicina. Plasmiamo il corpo umano con la sensibilità propria degli artigiani”, è stata la risposta del chirurgo plastico Claudio Iovane, protagonista, ieri pomeriggio, del terzo incontro di “Scienze a bottega, saperi e mestieri a confronto”, insieme con l’orafo Marco Mancini.
“Trasformazione”, era il tema dell’appuntamento, introdotto da Alessio Gismondi, presidente della CNA di Civitavecchia e vicepresidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Associazione che ha organizzato il ciclo di eventi, tutti coordinati dalla giornalista Stefania Mangia nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia.
La manualità, certo. Ma gli stessi “ferri del mestiere” del chirurgo somigliano a quelli utilizzati in una bottega orafa. “Il nostro, in fondo, è un lavoro artigianale”, ha rimarcato Iovane, che con l’artigiano condivide anche “l’orgoglio di formare altri colleghi”.
La formazione è un percorso lungo almeno 15 anni, secondo Mancini, perché l’orafo deve possedere conoscenze in materia di metallurgia, meccanica, scultura, lavorazione delle pietre, saldatura. “L’arte, però, non si tramanda”, ha detto l’orafo, che nel suo laboratorio, a Civitavecchia, trasferisce le tecniche ai figli, Alessandro e Sara. “L’arte è un processo interiore, una presa di coscienza di sé. Ed è grazie a questa che riesci a trasformare in oggetto il sentimento della persona che si rivolge a te”.
Marco Mancini è un maestro orafo conosciuto ed apprezzato in Italia e all’estero, nel secondo caso per un prodotto unico, da lui progettato e realizzato, che coniuga arte, design, moda e meccanica: l’occhiale gioiello. Questa creazione, ammirata lo scorso anno a Dubai come espressione del migliore made in Italy, sarà presentata, nel corso del 2016, in quattro eventi per privati: in Polonia, a Montecarlo, in Germania e in un’isola del lago d’Iseo. Con la collezione di occhiali gioiello, il cui brand è Mancini Luxury, l’orafo si rivolge all’esclusivo mondo del lusso. Il segreto del successo di questa sfida? “Ho giocato sul desiderio di possedere un oggetto che non esiste”.
Prossimo, e ultimo, incontro, mercoledì 30 marzo, sempre alle 18. Il fotografo Luca Riccioni e la psicologa Flaminia Bolzan dialogheranno sul tema “Immagine”.