Al via le visite guidatre gratuite agli scavi di Castrum Novum

SANTA MARINELLA – Da lunedì 3 giugno gli archeologi della missione internazionale, che insieme ai volontari del GATC (Gruppo Archeologico del Territorio Cerite – onlus), volontari per l’Archeologia ed i Beni Culturali, stanno riportando alla luce, dal 2010, con la supervisione della Soprintendenza Archeologica, l’antica colonia romana di Castrum Novum, illustreranno al pubblico le ultime scoperte, la storia e l’archeologia del sito.

Le visite, che saranno effettuate a scavo in corso, si terranno, per tutto il mese di Giugno, durante tutta la settimana dal lunedì al venerdì incluso una di mattina alle ore 10:30 ed una di pomeriggio alle ore 15:00 per riprendere poi, da Luglio ad Ottobre, solo nelle ultime domeniche dei rispettivi mesi una alle ore 11,00 ed una alle ore 12,00; le suddette visite sono totalmente gratuite. L’ingresso al sito archeologico di Castrum Novum è in via Aurelia n.613 al km.64,300 della via Aurelia.

Castrum Novum nacque come oppidum (città fortificata) al tempo della Prima Guerra Punica quando Roma, temendo l’invasione dal mare di Cartagine che era la potenza egemone di tutto il Mediterraneo, creò ad hoc dei presidi costieri fortificati (vds. ad es. Pyrgi – castello di Santa Severa- ed Alsium – castello Odescalchi a Palo) che, come a Castrum Novum, nel momento della maggior tensione con i Punici si avvalsero di vere e proprie guarnigioni che contarono su di un organico fisso di almeno trecento legionari pronti, alla bisogna, ad essere rapidamente integrati da altra forza militare proveniente direttamente dalla Città Eterna (Aeterna Urbs, vds. Tibullo – ndr). Ovviamente, come in tutti questi casi, superato il “problema” cartaginese, Castrum Novum divenne una vera e propria cittadina come dimostrato dai vari ritrovamenti effettuati oltre a quelli “primigeni” dell’iniziale fortilizio (mura difensive di tre metri di larghezza), murature delle varie caserme con le relative stanze, succedutesi nel tempo, la cisterna, il pozzo e quant’altro necessario alla difesa del presidio ed al suo sostentamento spicciolo.

Fra l’altro di fronte sul mare c’è un sistema di peschiere (protette, nel mare più esterno, da un muraglione di un centinaio di metri) che, insieme a quelle di Torre Astura, sono le più grandi finora rinvenute nel Tirreno e quindi con ottime proteine (curioso anche il ritrovamento di molti gusci di patelle all’interno delle mura difensive a ridosso delle caserme) a portata di mano e, (ecco i carboidrati), con un immediato entroterra votato alla coltivazione del grano; fra l’altro, essendo considerata, tutta la zona, uno dei più importanti “granai” vicino a Roma) annoverano anche i resti di case, di strade in basoli, di piazze pedonali, di un teatro,di mosaici vari, di porte d’accesso (in particolare quella est) e poi resti di anfore e vasellami e monete, insieme a varie tombe, non solo di adulti, dentro e fuori delle mura risalenti ai vari periodi storici che ha vissuto la città. La quale, comunque, fu abitata per quasi 700 anni in quanto la Prima Guerra Punica risale al 264 a.C. mentre il “sacco”, anche ivi perpetrato, da parte dei Visigoti di Alarico è del 410 p.C. e da lì in poi (come stava avvenendo per tutto l’impero romano) Castrum Novum decadde molto rapidamente, tanto è vero che il poeta e scrittore Rutilio Namaziano nel 417 p.C., in navigazione costiera (le vie terrestri erano ormai troppo pericolose) per tornare nella sua Gallia, nel De Redito Suo (Il Suo Ritorno) la cita come un luogo in rovina ma ancora geograficamente come un ottimo approdo considerando il suo essere a ridosso di Capo Linaro che ancora, a tutt’oggi, lo protegge dai venti da sud (lo scirocco ed, in particolare, il molto più insidioso libeccio).

A proposito del mare c’è da sottolineare quanto è stato rivenuto, dal punto di vista archeologico, proprio sotto la via Aurelia, sul taglio della linea costiera, ma anche in acqua con anche tanto di etrusco a dimostrazione che il luogo era frequentato, in maniera piuttosto importante, da questi progenitori deggli antichi romani.

Recentemente gli scavi di Castrum Novum sono stati anche visitati dal presidente del FAI, il noto archeologo di fama internazionale prof. Andrea Carandini, che si è complimentato a lungo per l’ottimo lavoro fatto in loco fino ad ora, con il suo collega archeologo dr. Flavio Enei che è, sia come direttore del Museo Civico di Santa Marinella ( Museo del Mare e della Navigazione Antica) che come direttore di tutta l’area museale del castello di Santa Severa (dove, come è noto, ha sede anche il suddetto Museo del Mare) fin dall’inizio, il coordinatore di tutti gli scavi archeologici di Castrum Novum; il quale, insieme alla sottostante domus romana a pianta quadrata ( che viene anche nomata come domus piscator – la casa del pescatore – per il gran numero di ami e di aghi per riparare le reti ivi ritrovati in promiscuità a tante altre cose, andrà a formare il relativo Parco Archeologico come recentemente ribadito dal sindaco di Santa Marinella avv. Pietro Tidei.

Gli interessati alle visite gratuite a Castrum Novum possono telefonare, per informazioni e prenotazioni, al Gruppo Archeologico del Territorio Cerite – onlus al castello di Santa Severa al numero 392.3025990.

Arnaldo Gioacchini