Gli avvocati di Ciontoli: “Vittima dei riflessi mediatici”

CIVITAVECCHIA – Antonio Ciontoli ha sporto querela per diffamazione nei confronti dell’ospite della trasmissione televisiva di Rete4 “Quarto grado” che, nei giorni scorsi, aveva raccontato pubblicamente di essere stato vittima di una minaccia aggravata da parte dello stesso Ciontoli; nel 2014, ha raccontato, l’uomo successivamente condannato per la morte di Marco Vannini gli avrebbe tagliato la strada con l’auto per poi puntargli contro la pistola. Fatti decisamente smentiti da Ciontoli che ieri si è recato presso la Caserma dei Carabinieri di Civitavecchia in via Sangallo per sporgere querela.

Occorre rappresentare per dovere di cronaca che il Sig. Antonio Ciontoli, oltre a negare recisamente l’addebito, ha prodotto copia della denuncia-querela tempestivamente presentata contro l’allora ignoto accusatore alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, a dimostrazione di come, sin dall’immediatezza delle propalazioni accusatorie, egli abbia chiesto all’A.G. di procedere nei confronti dello stesso per diffamazione e/o per ogni qualsivoglia reato ritenuto sussistente.- affermano in una nota i suoi legali, gli Avvocati Pietro Messina e Andrea Miroli – Conseguentemente, a prescindere dal legittimo operato dell’Autorità preposta si è costretti ancora una volta a prendere atto di come i riflessi mediatici di questa vicenda siano stati causa dell’insorgere di procedimenti giudiziari per fatti che, invece di essere rappresentati nelle sedi opportune e a tempo debito, vengono rivelati dinnanzi a telecamere accese e a distanza di svariati anni dal loro accadimento, con buona pace dei più elementari principi di diritto”.

“Inoltre – concludono – sorprende questi difensori che la Procura stia usando doppi pesi e doppie misure, avendo dato impulso ad una denuncia palesemente infondata, mentre non ha esitato a chiedere l’archiviazione delle numerose, documentate denunce sporte dal nostro assistito nei confronti dei noti ‘leoni della tastiera’, denunce delle quali non si è avuta alcuna notizia per il doveroso massimo rispetto e riserbo da noi sempre praticato, ma non altrettanto rispettato nei nostri confronti”.