Un grande successo per la conferenza su Castrum Novum

SANTA MARINELLA – Forse anche per i reiterati e positivi echi giornalistici avuti nei giorni precedenti, la conferenza sulla città fortificata romana di Castrum Novum di sabato 19 settembre, svoltasi nel pomeriggio al castello di Santa Severa, ha goduto di un grande successo di pubblico valutato, con oltre 130 persone stipate non solo nella sala conferenze del Museo del Mare ma anche nella stanza attigua e nel vano adiacente alle scale.
La attesissima conferenza è iniziata con circa venti minuti di ritardo proprio a causa di un afflusso di pubblico superiore alle aspettative, con un ottimo incipit panoramico illustrativo fatto dal coordinatore degli scavi a Castrum Novum, il direttore del Museo e archeologo, dottor Flavio Enei, per proseguire poi con i vari interventi settoriali effettuati dai professori francesi Sara Nardi Combescure (Università di Amiens) e Gregoire Poccardi (Università di Lille 3), dalla dottoressa Rossella Zaccagnini (Soprintendenza archeologia del Lazio) e dalla dottoressa Klara Paclikova dell’università ceca di South Boemia. Durante gli interventi, molto chiari ed esplicativi, è stato fatto il punto su quanto finora portato alla luce in loco e quanto è in essere nell’ambito delle ricerche in corso, durante gli scavi effettuati sul sito cittadino e sui precedenti fatti nell’area della casa a pianta quadrata posta subito sotto il rilievo Alibrandi. Non pochi sono stati i vari passaggi comunicati ad un pubblico, piuttosto competente ed estremamente attento e silenzioso, che non ha fatto mancare il suo apprezzamento ai conferenzieri sottolineando con sinceri applausi quanto veniva detto e mostrato.
“Sugli scavi in corso e cosa sta emergendo man mano – afferma il Prof. Arnaldo Gioacchini – torneremo nei prossimi giorni documentando (insieme alla descrizione) anche tramite foto, questi nuovi e per certi versi sorprendenti ed inaspettati ( i rilievi magnetometrici li hanno ‘bucati’) ritrovamenti. D’altronde non potrebbe essere altrimenti considerando che la città di Castrum Novum, come è ben documentato, ha vissuto’ la sua vita urbana per circa 800 anni dal terzo secolo avanti Cristo al quinto dopo, quindi ….. Dimenticavo di dire che rimane estremamente aperto il dibattito se la Castrum Novum romana è sovrapposta, più o meno, ad un precedente insediamento etrusco (posto in prossimità dei confini al territorio tarquiniese) appartenente sempre però all’antica etrusca Caisra (Cerveteri), anche perché nel mare prospiciente non sono mancati i ritrovamenti in proposito; ritrovamenti tali da far pensare ad un vero e proprio approdo etrusco posto al riparo del sicuro Capo Linaro (all’epoca ancor più prominente) ed in questo caso saremmo in presenza addirittura del quarto porto della potentissima Cerveteri, che già in questo senso godeva di una portolanità eccezionale in quanto (unica e sola città etrusca) ebbe ben tre porti in attività (Pyrgi,Punicum ed Alsium). Chi scrive, da semplice ma appassionato archeofilo, sostiene questa tesi da sei anni, fin dall’inizio degli scavi, anche in base alle ricerche fatte in loco dal poliedrico Benvenuto Frau che alla fine degli anni settanta del novecento scriveva fra l’altro: “… Una variante notevole a questi impianti si rileva nel picco¬lo porto etrusco di Castrum Novum, databile alla fine del V sec. a.C. ove a parte la diga frangiflutti sempre distanziata dal fronte del porto si hanno moli costruiti in aree non lagunari. Nel porto la circolazione dell’acqua è consentita da una serie di dieci/quindici canalette ricavate sotto il molo numero uno …” ( Frau, fra l’altro, ritrovò pure i resti di una piscina romana che datò risalente al I secolo a.C.) A ciò vorrei aggiungere che non sono mai esistiti e non esistono porti, come tutti sanno, che non hanno avuto e non hanno un costruito terrestre alle spalle; e poi il Frau non disponeva certo dei mezzi di indagine subacquea di ora e quindi potrebbe anche non aver completamente scoperto tutto porto etrusco di Castrum Novum; peraltro anche il porto di Alsium, il più piccolo della Cerveteri etrusca, era, in base ai resti (tutti) riportati alla luce, di dimensione molto contenuta. Per correttezza di informazione vi è da dire che gli archeologi che attualmente scavano i resti della Castrum Novum, nella loro grande onestà scientifico-professionale non escludono questa ipotesi, solo che per suffragarla con fatti concreti dicono che dovranno, ovviamente, prima esplorare il livello antico romano ed eventualmente scendere ancora a quello etrusco, una cosa questa che richiederà un congruo lasso di tempo. Certo – conclude Gioacchini – che se si ritrovassero sulla terraferma i resti dell’insediamento urbano del quarto porto di Cerveteri non sarebbe affatto, in chiave storico-archeologica, una ‘cosuccia’ trascurabile, che ne dite amici lettori?”