Tarquinia. Mozione del M5S per le linee di indirizzo sulla Geotermia nel territorio comunale

TARQUINIA – Il Movimento 5 Stelle di Tarquinia ha presentato una mozione sulla geotermia per difendere il territorio comunale da possibili trivellazioni profonde, veri e propri pozzi minerari per impianti industriali che non vanno confusi con la geotermia per uso domestico.

“Il territorio della Tuscia – afferma il Capogruppo Ernesto Cesarini – ha un rilevante valore ambientale, agricolo, paesaggistico, naturalistico e vanta varie produzioni agricole a marchio europeo protette, da promuovere con politiche che sviluppino iniziative economiche compatibili con la salvaguardia e la valorizzazione ambientale. Allo stato attuale delle conoscenze tecnico-scientifiche, il rilascio delle autorizzazioni richieste non consente il giusto bilanciamento tra la diffusione degli impianti ad energia geotermica e la salvaguardia della salute umana, dell’ambiente e del paesaggio”.

Nella mozione in particolare si intende impegnare il Sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale affinché deliberino: “di manifestare la propria totale contrarietà politica alla realizzazione del progetto dei pozzi geotermici da realizzarsi nel comune di Tarquinia; la propria netta contrarietà alla realizzazione di impianti geotermoelettrici industriali di qualsiasi tipo, comprese le attività di ricerca, che sono ovviamente finalizzate alla presentazione di progetti di impianti; di riaffermare che le specificità del territorio sono di tipo agricolo, turistico, ricettivo, artigianale ed è su queste linee che lo sviluppo economico deve essere indirizzato”.

Si chiede inoltre di vietare trivellazioni geotermiche, prospezioni geofisiche e geomagnetiche su tutto il territorio comunale di Tarquinia, a profondità superiori ai 200 metri.

“Il fine – conclude Cesarini – è salvaguardare le sorgenti pubbliche ricadenti sul territorio comunale nonché tutti i pozzi privati, per uso domestico o per altri usi, applicando i principi di salvaguardia delle risorse prioritarie idropotabili ricadenti sul suolo comunale”.