“Piano di zona Ladispoli-Cerveteri: alcune questioni oscure e la direzione all’ex dipendente in pensione”

LADISPOLI – Diversi cittadini, anche sui social network, chiedono di fare chiarezza sulla gestione del Piano di zona che vede associati i Comuni di Cerveteri e Ladispoli, ma che di fatto, viene gestito da quest’ultimo, anche attraverso la direzione, affidata da diversi anni, ininterrottamente, allo stesso funzionario ladispolano e proseguita (chissà perché?) anche dopo il suo pensionamento, nonostante che la legge non lo consenta.
Una delle questioni che ci vengono segnalate riguarda proprio l’affidamento dell’incarico di direzione, per un compenso che (se leggiamo bene la tabella) corrisponde a € 32.000,00 annui a una persona già collocata a riposo, quindi in aggiunta alla pensione che percepisce.
Non si comprende infatti la ragione che ha determinato i due comuni a non effettuare una selezione pubblica che avrebbe potuto portare, invece, alla scelta di una persona giovane, professionista o comunque espressione del mondo dell’impegno sociale, in piena coerenza con le politiche occupazionali e giovanili che vengono annunciate, ma poi accantonate per soddisfare altri interessi.
Ma soprattutto, se le informazioni fornite non vengono smentite (e in questo caso faremo pubblica ammenda), risulterebbe che l’affidamento dell’incarico non sia legittimo perché in contrasto con l’art. 25 della legge 23 dicembre 1994, n. 724 che vieta “di conferire incarichi ad ex dipendenti cessati (nel quinquennio antecedente) volontariamente dal servizio per conseguire il pensionamento di anzianità.”
Peraltro, con la sentenza n.460/2011 la Corte dei Conti ha precisato che il divieto si estende anche agli strumenti convenzionali e affermato che la norma di legge ha espressamente “lo scopo di impedire che la funzione previdenziale della pensione, possa essere elusa da chi, cessando volontariamente dal servizio, intenda proseguire la propria attività lavorativa con la Pubblica Amministrazione lucrando una duplice retribuzione per mezzo d’incarichi tesi a sopperire ad esigenze lavorative generate dalle dimissioni dal servizio: il tutto, ovviamente, in un’ottica di garanzia dei principi di effettiva trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa.”
Poichè se tale ipotesi fosse confermata si configurerebbe una situazione, sulla cui gravità non è opportune soffermarsi, in attesa delle verifiche da effettuare, si chiede alle amministrazioni comunali di Cerveteri e Ladispoli, di fornire ai cittadini le giuste rassicurazioni sulla piena regolarità dell’incarico.
Vi sono anche altri aspetti del Piano di zona che vengono segnalati e che destano preoccupazione. Per esempio, non si comprende la spesa per gli anziani, che a Ladispoli risulta 4 volte superiore a quella di Cerveteri, pur avendo un solo centro sociale e coinvolgendo 1/3 degli anziani, mentre la spesa per “assistenza domiciliare” per lo stesso numero di anziani, a Ladispoli raddoppia rispetto a Cerveteri, pur avendo una superficie notevolmente più limitata da coprire.
Ma, in particolar modo salta agli occhi la spesa sostenuta dal Comune di Ladispoli per le RSA (Residenze sanitarie assististe), ben 605.000,00 euro l’anno, a fronte delle 288.000,00 spese dal Comune di Cerveteri. E un dato analogo si presenta sulla questione dell’affidamento di minori in istituti o dei portatori di handicap, pur trattandosi di un contesto sociale sostanzialmente simile, all’interno dello stesso piano di zona.
Certamente si tratta di una diversa “visione” delle politiche sociali sulle quali torneremo in un secondo tempo, (con il contributo di esperti) per comprendere quali siano le scelte per il sostegno dell’integrazione sociali e quali siano gli effettivi beneficiari delle risorse che sono destinate a questo scopo: i cittadini in stato di bisogno o gli imprenditori e gli operatori del settore.

Comitato per la legalità Ladispoli