L’Università Agraria di Tarquinia sola nella difesa della Civita

TARQUINIA – “Sarà ancora e soltanto grazie all’Università Agraria di Tarquinia se la Civita e le sue persistenze archeologiche etrusche verranno fatte oggetto di attività di manutenzione, ripulitura e ripristino”. Lo afferma Alberto Blasi, assessore al patrimonio dell’Università Agraria. “Ci rendiamo conto – aggiunge – che le risorse a disposizione della Soprintendenza sono pochissime e prevalentemente destinate per le aree dove è previsto un biglietto d’ingresso a pagamento, mentre per gli altri siti archeologici non ci sono fondi nemmeno per il semplice sfalcio dell’erba. L’intervento dell’Università Agraria serve a garantire il minimo decoro, previa autorizzazione della stessa soprintendenza. Presso l’Ara della Regina sarà eliminata l’attuale recinzione, divelta per lunghi tratti e forata in altri, inadeguata a garantire la sicurezza. Sarà realizzata una nuova barriera, in stile maremmano: basta con le reti da pollaio, la recinzione s’integrerà con il contesto paesaggistico, come avvenuto con successo già a Poggio Gallinaro. L’area, oltre alle valenze archeologiche, ha rilievo anche naturalistico essendo un SIC (sito interesse comunitario) per il quale è fondamentale la presenza della pastorizia. Già raggiunto l’accordo con la ditta Arpini che ha, di fatto, smantellato le strutture realizzate. In via di definizione l’impegno della ditta Silvestri a fare altrettanto entro la fine dell’estate. Ripulitura, ripristino, manutenzione interventi finanziati solo dall’Università Agraria. Nel suo recente passaggio a Tarquinia, speriamo che qualcuno abbia spiegato al ministro Dario Franceschini, da dove vengono i Cavalli Alati e che non sono volati da soli nel museo. Il nuovo allestimento è straordinario. Il museo propone qualcosa di meraviglioso, ma chi si volesse recare all’Ara della Regina troverebbe solo abbandono e questo è inaccettabile. Impensabile che uno dei luoghi più importanti per la storia degli etruschi, di valore internazionale, sia di esclusiva responsabilità di un piccolo ente civico, nel disinteresse generale. Soprintendenza e Ministero sono chiamati a fare la loro parte, serve un progetto complessivo sulla Civita che coinvolga tutti. Programmare gli interventi costa sicuramente meno che agire nell’emergenza. Siamo pronti per questo, è tempo di risposte”.