“Cupinoro non chiude ma triplica!”

BRACCIANO – I recenti bandi della Bracciano Ambiente delineano chiaramente quale sia il futuro su un intero Territorio, sul quale “incombe”, Cupinoro che per decenni è stato martoriato da una discarica, prima abusiva ed illegale, poi “gestita” dalla Bracciano Ambiente.
Hanno firmato questi bandi persone oggetto di attenzione da parte della Magistratura, con l’avvallo dell’attuale reggenza di Bracciano, che evidentemente tra i compiti assegnatigli dal governo nazionale detiene anche quello di portare a casa la cittadella dei rifiuti di Cupinoro. Sia per i tempi strettissimi, sia per le prescrizioni, sia per i “curricula” richiesti, sia per le disponibilità economiche, sono bandi destinati a pochissimi soggetti pubblici e privati che operano in primis nel Lazio, Cerroni compreso.
E’ un’operazione che ha come unico fine quello di provare a risanare il bilancio dissestatissimo del Comune di Bracciano, comune che, attraverso la società di cui è socio unico, non ha nemmeno un euro per gestire come dovrebbe per legge il post-mortem della discarica attuale, per assicurare una corretta gestione ordinaria del percolato proveniente dalla discarica stessa; temi su cui la magistratura sta indagando e su cui già sono stati presi alcuni provvedimenti, vedi anche la richiesta di fallimento della Bracciano Ambiente.
Che fine ha fatto tutta la questione dei soldi per il post-mortem, dei soldi che mancano e che pregiudicano la bonifica ed il risanamento ambientale della discarica chiusa e conseguentemente del territorio circostante?
Ed ecco come si articola dunque questa operazione economico-finanziaria finalizzata a fare cassa: dal piano pluriennale 2014-2017 della B.A. si apprende che il ricavo lordo previsto dal TMB è dall’impianto Biogas è oltre 8 mln di euro l’anno; la concessione ventennale sarà un grande affare per chi vincerà i bandi in quanto in 10 anni si ripagherà dell’investimento anche considerando le royalties che andranno al comune di Bracciano, il quale non utilizzerà queste entrate per la gestione del post mortem ma solo per mettere una pezza al proprio bilancio, pezza che comunque non basterà per arrivare ad un pareggio. Un così detto “piatto di legumi” con il quale barattare la salute dei cittadini e dei terreni !
In tutto questo è ipotizzabile che la FOS, ossia la frazione di rifiuti organico stabilizzato, risultato della lavorazione del TMB nella fase di trattamento biologico dell’indifferenziato, unita agli scarti di lavorazione dell’impianto biogas/dal compost non conforme che uscirà dall’impianto, saranno utilizzati per il capping dell’attuale discarica, oltre 25.000mc, un’operazione che avrà come conseguenza ancora l’utilizzo più o meno temporaneo della discarica che sarà rivestita di nuovi rifiuti. Altro che bonifica!
Su questo è stato sostenuto dai Comitati Uniti un ricorso aggiuntivo al TAR del Lazio ed è stata richiamata istanza di rilievo alcuni giorni fa.
Per quanto riguarda il TMB che senso ha una concessione ventennale per un impianto di 60.000 tonn? Ci si aspetta che a 3/5 anni la raccolta differenziata salga a percentuali civili anche nel bacino di conferimento rendendolo nei fatti sovradimensionato rispetto alle esigenze e quindi è chiaro come il sole che il soggetto concessionario si approvvigionerà di rifiuti ben oltre l’attuale bacino di conferimenti, con il solo fine di mantenere i ricavi attesi.
Ed ecco quindi svelato il grande inganno della chiusura di Cupinoro. Cupinoro non chiude, Cupinoro triplica, non solo tmb, non solo biogas, ma anche nuovamente discarica! A cui probabilmente seguirà sotto diversa forma il ritorno in auge dell’ampliamento VAIRA1 per smaltire a regime gli scarti del TMB e dell’impianto biogas.
E quindi alla fine chi ci rimette? Perché alla fine quando si muovono grandi interessi qualcuno ci deve sempre rimettere, vedi ad esempio il crack di Banca Etruria. Risposta semplice: ci rimettono e pagano solo i Cittadini, le produzioni di qualità, il territorio e il turismo, destinati a convivere con la cittadella dei rifiuti, che continuerà a mettere a rischio salute ed ambiente. Ma evidentemente è un prezzo che lorsignori sono disposti a pagare.
La salute non si paga e il territorio non te lo rende più nessuno. Solo il riciclo e la raccolta porta a porta creano veri posti di lavoro.
Tutti a Ladispoli sabato 27 febbraio ore 17.00 Piazzale della Stazione

Comitati Uniti per la chiusura della discarica di Cupinoro