Città metropolitana, da Ascani una mozione per ridare voce ai cittadini

LADISPOLI – Federico Ascani, presidente della I Commissione permanente della Città metropolitana di Roma Capitale, presenta alla Commissione una mozione sull’importante contributo che può dare la cittadinanza al nuovo organismo.

“Tenuto conto che la grande intuizione del Governo di chiudere un dibattito trentennale e istituire le Città metropolitane è meritevole dei migliori elogi – esordisce Ascani – credo che adesso abbiamo la necessità di andare avanti proprio mentre si sta discutendo la Legge Regionale, e completare dunque il lavoro iniziato. In primo luogo ridare voce ai cittadini e dignità a un Ente così importante. Per questo ho presentato questa mozione.”

“La  fase  di transizione dei nuovi Enti  di area vasta – spiega il consigliere – si sta rivelando assai più faticosa del previsto e questo potrebbe insidiare la possibilità per la Città metropolitana di configurarsi come una semplificazione del governo. Come amministrazione metropolitana abbiamo già espresso la nostra volontà di dotare questo Ente di elezioni dirette. Lo Statuto infatti prevede l’elezione diretta a suffragio universale del Sindaco e del Consiglio Metropolitano, previa approvazione della Legge Statale sul sistema elettorale e relativa articolazione del Comune capoluogo in zone dotate di autonomia amministrativa.”

Ascani spiega che l’Articolo 16 dello statuto della città metropolitana di Roma Capitale prevede, relativamente all’elezione, alla composizione e alla durata in carica del Consiglio che “Il Consiglio è composto dal Sindaco, che lo presiede, e da un numero di Consiglieri stabilito dalla legge, eletti a suffragio universale e diretto, secondo il sistema elettorale che sarà determinato con Legge dello Stato, a seguito della costituzione di zone omogenee ai sensi dell’articolo 28 e stante la ripartizione del territorio di Roma Capitale in zone dotate di autonomia amministrativa, anche tenendo conto dell’articolazione di Roma Capitale in Municipi.”

Premettendo che sarà impegno del Consiglio chiudere l’iter per la costituzione di zone omogenee, ai sensi dell’articolo 28, per quanto riguarda invece la ripartizione del territorio di Roma Capitale in zone dotate di autonomia amministrativa, tenendo anche conto dell’attuale situazione del Comune di Roma Capitale, Ascani mette in luce quanto sia difficile comprenderne la reale evoluzione.

“L’articolazione del territorio del comune capoluogo potrebbe non essere conseguita entro la data di indizione delle elezioni. -continua- Infatti, tale articolazione dovrebbe avvenire su proposta del Consiglio comunale del Comune capoluogo, adottata secondo la procedura prevista dall’articolo 6, comma 4, del Tuel (ovvero col voto favorevole  dei  due  terzi  dei  consiglieri  assegnati  o,  in  alternativa, della  maggioranza  assoluta espressa  per  due  volte  consecutive), la  quale deve essere  poi  sottoposta  a  referendum  tra  tutti  i cittadini dell’area metropolitana  ed  approvata  dalla  maggioranza dei partecipanti al voto; ne segue il riconoscimento di tale articolazione ad opera della Regione ai sensi dell’articolo 133 della Costituzione. Le suddette condizioni sono espressamente qualificate dal legislatore come necessarie.”

“Trattandosi di adempimenti gravosi e di non immediata applicabilità si rischierebbe di  compromettere la reale possibilità che la città metropolitana si doti, fin da subito, di una forma di governo eletta a suffragio universale e diretto. Così -conclude il consigliere Federico Ascani – con questa mozione il Consigliodella Città metropolitana di Roma Capitale si impegna a chiedere un intervento del Governo, vista anche la particolare situazione del Comune di Roma, affinché l’ipotesi della elezione diretta non si configuri come una via difficilmente percorribile.”