Cerveteri. “Abbiamo perso ma a testa alta”

CERVETERI – Inutile girarci intorno: non abbiamo raggiunto il risultato elettorale prefissatoci. Eppure non abbiamo nulla da recriminare rispetto alle tante battaglie fatte in questi anni, tantomeno per la squadra e il programma messi in campo in queste elezioni. Abbiamo forse fatto male ad opporci alle tante scelte sbagliate dell’amministrazione uscente, alle pressioni dall’alto, o a difendere le nostre idee? Assolutamente no, perché se la bontà di una scelta politica dipendesse solo dal consenso elettorale, allora dovremmo rinnegare gran parte della nostra storia di sinistra. Né si può dire che il dissenso verso il governo Pascucci sia stato solo un nostro capriccio. Basti pensare che addirittura il 30% dei voti presi dalla sua coalizione derivano da realtà che fino a pochi mesi fa lo criticavano fortemente, chi parlando di “fallimento”, chi addirittura raccogliendo le firme per mandarlo a casa. Nessuno sa quando, come e perché questi fenomeni del trasformismo si sono convinti a rinnegare le loro idee per salire sul carro del più forte.
Le ragioni del risultato elettorale sono quindi da ricercare soprattutto altrove. Dobbiamo ammettere che il Partito Democratico ha commesso molti errori. È stato un errore nostro dare l’impressione che lo scontro fosse solo sulla persona e non, come invece era e doveva restare, sui temi politici; è stato un errore del provinciale tenere il partito ingessato troppo a lungo e proprio nell’anno precedente alle elezioni; è stato poi un errore di tutti riversare in piazza discussioni fratricide, che invece sarebbero dovute rimanere entro i confini del partito per uscire solo dopo una sintesi condivisa. Ma quello che forse è l’errore più grave e più incomprensibile è stato il boicottaggio contro il Pd di Cerveteri da parte quasi tutti i vertici sovracomunali del partito. In una battaglia politica giocata sull’equivoco, su false promesse, sulla denigrazione dell’avversario, la presenza di leader regionali e nazionali avrebbe aiutato ad orientare il nostro elettorato e avrebbe potuto stimolare un maggior coinvolgimento del voto d’opinione. La loro assenza invece ha di fatto favorito i nostri avversari.

Indicazione di voto al ballottaggio
Proprio in merito al ballottaggio, è opportuno ricordare che il Partito Democratico è distinto e distante dalle forze di destra che sostengono la Belardinelli. Nulla da dire sulla persona, professionista seria e competente, ma noi rivendichiamo con forza e orgoglio le nostre idee e i nostri valori di sinistra e quindi la profonda distanza da tutte le forze di destra. Allo stesso tempo però, per quanto il Pd resti ovviamente più organico ad un ambito di centrosinistra (dove non è escluso che presto si possa tornare ad un confronto più sereno e costruttivo), siamo anche distanti da certe derive populiste. E Pascucci non ha mai nascosto il suo tratto populista con attacchi ripetuti e spesso anche duri contro il Pd e i governi del Pd. Non dimentichiamo i suoi attacchi sul referendum contro le trivelle o la sua posizione per il No al referendum costituzionale, il cui esito negativo sta condannando il paese ad una fase storico politica di grande incertezza. Senza contare l’approccio manettaro e giustizialista, lontano anni luce dalla nostra cultura democratica e garantista. Per queste considerazioni il Pd non esprime un’indicazione di voto, ma invita tutti i propri elettori e simpatizzanti ad andare comunque a votare e a fare una scelta libera e secondo coscienza.

Rilancio del partito
Subito dopo il voto, assorbita la delusione per la sconfitta, il Partito Democratico dovrà ripartire per svolgere con diligenza e responsabilità il ruolo che gli hanno assegnato i cittadini con il voto. Ripartiamo da quei mille cittadini che hanno compreso e condiviso la nostra battaglia politica. Ripartiamo dalle tante persone che si sono avvicinate al partito e che hanno lavorato insieme a noi nella costruzione di questa dura campagna elettorale. Se vogliamo fare un buon servizio alle idee che rappresentiamo dobbiamo avere il coraggio di aprire il partito a queste forze nuove. Nessuno si permetta però di trasformare il Pd in terra di conquista per ulteriori giochi di potere. Restino fuori i traditori già espulsi, e restino fuori anche le tessere fasulle e tutti quelli che hanno sostenuto apertamente i nostri avversari, violando in questo modo uno dei primi e più importanti doveri di ogni iscritto, sancito dallo Statuto: ossia quello di dover sostenere, votare e far votare per il Pd, non certo per altri. Con questa premessa comunico che rassegnerò le dimissioni da Segretario all’assemblea secondo le norme statutarie.

Maurizio Falconi – Segretario Pd Cerveteri