Bracciano. Sala si fa ascoltare dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti

BRACCIANO – “Sento di poter affermare che alcune battaglie, seppur magari legittime, anche se confuse e portate avanti da persone che sparano nel mucchio per acquisire un vantaggio elettorale o politico e che strumentalizzano situazioni molto complesse, corrono su un binario che mai dovrebbe incontrarsi con quello di coloro che, per anni, hanno fatto del business dell’immondizia un grande affare con la finalizzazione di enormi profitti, lasciando i costi ambientali in carico al pubblico”.
E’ uno dei passi conclusivi della dettagliata relazione letta e consegnata dal sindaco di Bracciano Giuliano Sala in sede di audizione, il 30 settembre scorso a Palazzo San Macuto, alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti alla quale lo stesso Sala ha chiesto di essere ascoltato per contrastare alcune “gravi, a tratti diffamatorie” dichiarazione rese alla stessa commissione da Marco Tellaroli, quale esponente dei comitati di Bracciano.
Sala ha ricostruito l’intera vicenda della discarica di Cupinoro a partire dal 1987 quando venne affidata alla Ecopargas spa lo studio dei possibili interventi di bonifica e l’adeguamento della discarica comunale.
Riferendo sullo stato attuale, il sindaco di Bracciano, ha inoltre parlato della richiesta di fallimento chiesta dalla Procura presso il Tribunale di Civitavecchia “per la sussistenza di uno stato di insolvenza per oltre 10 milioni di euro verso l’erario, derivante dal mancato riversamento alla Regione Lazio delle somme incassate quale delegato alla riscossione della cosiddetta Ecotassa”.
“Si manifesta pertanto il paradosso che la Bracciano Ambiente – ha precisato Sala – società pubblica, che ha garantito la tenuta in sicurezza e la protezione ambientale del sito di Cupinoro, dove sono stati conferiti 1.800.000 metri cubi di rifiuti tal quali, con gestione privata sino al 2004, si trova nella condizione di poter fallire, nonostante i costi sostenuti per la tutela dell’interesse pubblico, siano la causa – o comunque la concausa – determinante lo squilibrio economico dei bilanci della società”.
“Qualora la Bracciano Ambiente – ha commentato Sala in un altro passaggio conclusivo tornando a ribadire alcune sue recenti riflessioni su quanti potrebbero trarre vantaggio dal fallimento della società – dovesse essere dichiarata fallita perché non in condizione di presentare il piano di continuità dell’azienda, anche in conseguenza della mancata erogazione da parte della Regione Lazio dell’importo riconosciuto al Comune di Bracciano (di 10.373.619,40 per la gestione post operativa dal 2004 al 2014 del sito di Cupinoro autorizzato e gestito da privati), si verificherebbe la concreta possibilità che imprenditori privati che operano nel settore della gestione dei rifiuti possano acquisire con pochi euro, le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Lazio alla Bracciano Ambiente, per la realizzazione dell’impianto di Trattamento meccanico biologico della potenzialità di 130.000 tonnellate e dell’impianto di trattamento della Forsu della potenzialità di 30.000 tonnellate, entrambi autorizzati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e firmate da Matteo Renzi. In tal modo si potrebbe concretizzare, ancora una volta, che – ha osservato il sindaco di Bracciano – i profitti derivanti dalla gestione dei rifiuti siano ad esclusivo beneficio del privato, e le perdite derivanti dalla gestione post operativa della discarica di Cupinoro, prevista per 30 anni, vadano in capo, come prevede la normativa, al proprietario del terreno (dal 1998 l’Università Agraria di Bracciano, ente di emanazione regionale) ovvero all’ente locale (Comune di Bracciano) o, in ultima analisi, alla Regione Lazio, cioè agli enti pubblici”.
In chiusura di audizione (il cui resoconto stenografico non è ancora disponibile), Sala ha risposto alle richieste di chiarimenti dei senatori Laura Puppato (PD), Paola Nugnes (M5S), Bartolomeo Pepe (GAL), e dei deputati Piergiorgio Carrescia (PD), Stefano Vignaroli (M5S) e Alessandro Bratti, presidente di Commissione.