“Ancora non sappiamo il parere di Mazzola sul biogas a Tarquinia”

TARQUINIA – Siamo giunti al capolinea e non abbiamo ancora udito il parere del sindaco Mazzola in merito al progetto “biogas a Tarquinia”. Infatti il prossimo 15 luglio si terrà la Conferenza dei servizi presso l’Ufficio VIA (valutazione Impatto ambientale) della Regione Lazio. Si deciderà quindi, riguardo al progetto del biodigestore della società privata il Pellicano, la sorte della salute dei suoi cittadini e della sana agricoltura del territorio di Tarquinia.
Invitiamo il sindaco a ragionare con noi su alcuni punti fondamentali, in base ai quali riteniamo che sia necessario dire No a tale progetto.
Bisogna premettere intanto che il Tribunale di Civitavecchia ha recentemente accertato l’esistenza di gravi irregolarità nel contratto di affitto di alcuni terreni sui quali insiste l’impianto già esistente, di proprietà del Consorzio Pellicano, vicenda per la quale la Provincia di Viterbo ha già richiesto formalmente al Comune di Tarquinia chiarimenti, al fine di valutare eventuali provvedimenti di revoca o sospensione della licenza.
L’operato del consorzio Pellicano è stato inoltre oggetto di numerosi esposti presentati dai cittadini dell’Olivastro per denunciare l’inquinamento olfattivo molto intenso in certi orari della giornata, prodotto dalla lavorazione del compost e soprattutto dalla movimentazione della nettezza organica che viene ivi trasportata, scaricata e quindi ricaricata per essere trasferita in altra sede a mezzo autotreni. Figuriamoci perciò il disagio per detti cittadini se detta nettezza organica dovesse essere lavorata completamente in loco col (bio)digestore.
Ai fini decisionali parimenti è di estrema importanza conoscere la realtà epidemiologica sanitaria del nostro territorio. Infatti tra Civitavecchia e Tarquinia abbiamo già consolidato un aumento di mortalità generale del + 24% (malattie cardiovascolari, respiratorie ed oncologiche) ed in particolare mortalità per Cancro di + 10 % rispetto al restante territorio laziale (dati della Sanità Regione Lazio), a causa di fonti altamente inquinanti a noi tutti ben note. Perciò è palese che non si dovrebbe permettere l’insediamento di un’altra fonte potenzialmente inquinante per le emissioni dei prodotti della combustione di gas e metano (nanoparticelle, polveri ultrasottili, sostanze procancerogene) ed odorigene come questo tipo di impianto che, quando tratti materiale organico del tipo rifiuti (nettezza organica o FORSU), viene classificato peraltro, ai sensi di legge, “industria insalubre di prima classe”, da collocarsi lontano da abitazioni, fiumi e terreni agricoli.
A nulla rileva perciò il parere dell’ ISS (Istituto Superiore Sanità) recentemente interpellato, che fra l’altro ha analizzato solo il progetto della società proponente senza valutare tutte le relative criticità sollevate da varie enti / associazioni, per poter dire NO a questo progetto, che sorgerebbe in mezzo al cuore agricolo di Tarquinia, in una vasta area con produzione ortofrutticola di qualità finanche con prodotti biologici.
Non bisogna essere “tuttologi” per dire che nel terreno sede del progetto vi è una stretta vicinanza, da pochi metri fino a 500 metri, di decine di abitazioni e terreni coltivati ed aziende agricole di pregio. Come non considerare poi la vicinanza di poco più di 200 metri dal fiume Mignone, considerato fiume ad alto rischio esondazione (come documentato dal nostro Consorzio di Bonifica) e quindi possibilità di disastro ambientale in caso di incidente industriale.
Infine ricordiamo che in ambito nazionale in moltissimi altri comuni hanno già detto “No alla centrale biogas”, per esempio nel vicinissimo comune di Cerveteri. In questi ultimi giorni poi hanno espresso la propria contrarietà al biodigestore le amministrazioni comunali in provincia di Latina ed addirittura a Grotte Santo Stefano un comune della Tuscia governato dal suo stesso partito.
Quindi, essendo il sindaco la massima Autorità Sanitaria Locale, dovrebbe a nostro avviso (considerati anche i cittadini che hanno apposto oltre 2.000 firme di contrarietà) esprimere dissenso assoluto a questo progetto a tutela della nostra salute e di quella del territorio agricolo di Tarquinia.
Sindaco Mazzola siamo al capolinea di questo viaggio reale, non è una candid camera! Questa volta si faccia sentire sia come Sindaco che in qualità di Presidente della Provincia di Viterbo: faccia capire ai suoi cittadini da che parte sta e se dobbiamo cominciare a preoccuparci del Suo silenzio.

Marco Dinelli – Consigliere comunale Tarquinia