Una bionda per l’estate

Con l’arrivo dell’estate la birra, come il gelato, vede aumentare notevolmente il suo pubblico. Irresistibile il suo richiamo di bevanda fresca e spumeggiante, la si preferisce di gran lunga al più alcolico vino per accompagnare snack veloci e cene disimpegnate in compagnia degli amici. E se all’inizio era la bionda da pubblicità, la birra industriale con etichette standard e poche varianti, ora per fortuna stiamo assistendo già da alcuni anni ad un “rinascimento birraio”: il meritato riscatto per una bevanda consumata troppo spesso con disattenzione e trascuratezza. Un fenomeno silenzioso ma in costante ascesa che la colloca finalmente come una piacevole alternativa al vino e non come una sua rivale. La birra di qualità è diventata una bevanda di tutto rispetto, di cui si apprezzano e si capiscono le articolate classificazioni, che offrono ai cultori tante interpretazioni e suggeriscono i diversi abbinamenti con piatti ed ingredienti ben precisi. Impossibile stilare un elenco esaustivo di tutte le tipologie prodotte nel mondo. Radici storiche e religiose, condizioni climatiche e territoriali, tradizioni e tanti altri fattori hanno determinato, nel corso dei millenni, una quasi infinita varietà di “stili”, intendendo con questa espressione derivata dalla lingua anglosassone (“style”), l’insieme di caratteristiche organolettiche relativamente immutabili e consolidate nel tempo. C’è da credere che l’attenzione per il mondo della birra, passando per le produzioni artigianali e dell’homebrewing (birra fai da te),  non sia un fenomeno modaiolo se si considera la comparsa nelle cantine dei migliori ristoranti e che al Presidente Barack Obama, piace offrire ai suoi ospiti l’esclusiva White House Honey Ale, birra fatta in casa da uno dei suoi chef.

Lontani ormai dall’immagine semplicistica di bevanda moderatamente alcolica, di colore chiaro, con schiuma più o meno abbondante e solitamente da bere fresca, lasciamoci guidare dai nostri sensi per riscoprire il fascino primordiale di questo mondo antichissimo. Oltre ai prodotti industriali, a volte fin troppo familiari e rassicuranti, proviamo la gioia di cogliere l’essenza di una birra artigianale locale. Ogni sorso può raccontarci per esempio, qualcosa della storia e delle tradizioni del luogo, mentre il gusto può riflettere l’estrema cura con cui è stata realizzata.

Forse non “camperemo cent’anni” come recitava un fortunato slogan pubblicitario del lontano 1929,  ma  da uno studio recente dell’Università di Goteborg, in Svezia, eseguito su 150 donne adulte, è emerso che un consumo di una o due birre a settimana riduca di un terzo il rischio di infarto…..e allora A TUTTA BIRRA!!!